PE GIULIANO
Giuliano Pe è nato il primo aprile del 1954 a Fraine da Giovanni e da Irma Giudici.
Sposa Fulvia Romele che gli dà tre figli Stefano, Nicola e Michele e tre nipoti, Francesco, Andrea e Alessandro.
Frequenta la scuola elementare nel paese natale. A dieci anni si trasferisce con la famiglia a Pisogne. Frequenta le scuole medi inferiori a Brescia presso l'Istituto dei Padri Pavoniani dove gli viene data la possibilità di coltivare le sue attitudini artistiche nel campo della pittura. Viene iscritto alla Geometri di Darfo ma non termina gli studi. Contemporaneamente frequenta i corsi di pittura presso l'Accademia Tadini di Lovere. Questa è la sua inclinazione e vorrebbe dedicarcisi a tempo pieno ma la famiglia ha le sue esigenze per cui alla fine degli anni Ottanta rileva la storica ferramenta di Pisogne che gestisce per un ventennio.
Però non dimentica il suo paese natale: Fraine. E non scorda i momenti quando la mamma e la zia Cecilia lo intrattenevano con 'bote', ovvero le storie del passato. Quando arriva in parrocchia il giovane prete don Natale Salodini, Fraine diventa un gioioso cantiere di novità. Si dà inizio alla ristrutturazione della chiesa, dell'oratorio, del campo sportivo, del teatro. Don Natale accende l'entusiasmo dei giovani frainesi in cui c'è Giuliano Pe e si butta a corpo morto su ogni iniziativa. Finchè un giorno, ormai quarantacinque anni fa, nel nome abusato de "I Brigancc de Fraine", inventa la omonima festa con al centro la scalata al Palo della Cuccagna. Con quel titolo passeranno a Fraine le maggiori equipe della disciplina provenienti dalle regioni circostanti tutte blasonate anche da titoli tricolori. Ergo, l'assalto al palo della cuccagna di San Lorenzo diventa appuntamento immancabile e attesissimo. Brigancc è l'appellativo improprio dato agli abitanti di Fraine. Con il ritrovamento di documenti si è potuto capirne il vero significato, ovvero legato ad un fatto storico del periodo napoleonico tramandato fino ai nostri giorni.
Giuliano però manifesta continuamente la passione per l'arte della pittura. I capolavori del Romanino di S. Maria diventano una fonte di ispirazione. In essi rivede i volti dei vecchi contadini che incontra per strada. Volti scavati dalle fatiche, segnati dall'età e bruciati dal sole si fissano nella sua mente dando origine ad una profonda incessante ricerca. Anche il patrimonio artistico camuno, la conoscenza del prof Amleto Romele e l'ammirazione per le opere di Franca Ghitti contribuiscono a definire la sua maturazione. All'inizio dipinge su tela, poi passa al disegno e alla grafica su carta e cartone utilizzando materiali di recupero e di riciclo. Servendosi di questi materiali realizza anche opere di scultura. Se da giovane dipingeva paesaggi, adesso, da uomo maturo raffigura la gente comune. Analizza in profondità la figura umana spesso distorta dalla sofferenza, dal dolore e dalla passione. Gli eventi della storia di Cristo e quelli della storia attuale sono le vicende che maggiormente gli danno fonte di ispirazione.