CLEMENTI TULLIO
Tullio Clementi è nato il 18 luglio del 1941 a Stadolina di Vione, in alta Valle Camonica da Erminio e Albina Ferrari. È sposato con Rosalia Gozzi che gli ha dato tre figli, Lara, Eva e Vladimir, e due nipotine, Greta e Gaia.
Dopo aver concluso l'impegno scolastico dell'obbligo ha iniziato a lavorare come operaio nei grandi cantieri idroelettrici della Val d'Avio e della Val Saviore. A partire dai primi anni Sessanta è diventato migrante, attività che lo ha visto operare in diversi cantieri edili della Liguria, del Piemonte, di Milano e della Svizzera. Fino al 1975, quando gli viene proposta l'attività di funzionario sindacale della Cgil, che svolgerà ininterrottamente per quasi vent'anni.
Nel 1995, dopo essersi dimesso da ogni incarico dirigenziale nel sindacato, instaura un rapporto di collaborazione professionale con la Cgil camuno-sebina, curando in modo particolare l'attività editoriale, l'informatizzazione degli uffici, il sito Internet (fino al 2011) e, presso il Circolo Culturale Ghislandi, l'organizzazione dell'Archivio storico sindacale.
Nel 1996, in collaborazione con Mimmo Franzinelli (con il quale condivide tuttora la direzione editoriale) e con il Circolo Ghislandi, promuove la realizzazione della collana Il tempo e la memoria, edita dallo stesso Circolo culturale con il sostegno economico del sindacato. Dal 1991 è direttore responsabile del periodico Graffiti.
Ha pubblicato: nel 1988 Il pungolo; nel 1990 Bagliori di Palazzo (1ª edizione), 1991 (2ª edizione); nel 2001 Una vita a ramengo; nel 2004 Forno Allione. La grafite e le ceneri (con Luigi Mastaglia); nel 2009 Una Valle, una fabbrica. Storia del Cotonificio Olcese (con Luigi Mastaglia); nel 2009 Marcellino; nel 2012 "Barba" Chini, il suo tempo, la sua gente; nel 2015 La terza età della Resistenza (con Luigi Mastaglia.
Altre pubblicazioni su internet: L'uovo di Colombo; Valcamonica, 1968 - 2001: la parabola della sinistra politica e sociale; L'altra America (il dramma dell'emigrazione camuna in Sudamerica nelle lettere di quelli che non hanno "fatto fortuna")