COMELLA GIAN FRANCO
Gian Franco Comella (all'anagrafe Giovanni Francesco) è nato il 25 luglio del 1946 a Gianico da Giuseppe (ex partigiano, operaio all'ILVA di Darfo) e da Orsola Botticchio. Ivi continua a vivere nella vecchia casa in centro storico con la moglie e le due figlie. Dopo la scuola, a Gianico ed a Darfo, sin da giovanissimo trova impiego presso la Banca di Valle Camonica, dove resterà ininterrottamente sino all'età del pensionamento. Nei primi anni '60 è assai attivo nel movimento scautistico valligiano guidato da Adolfo Zeziola, figura che egli indica fra i suoi principali maestri di vita. Fra gli scout assume il nome di battaglia di "Kudu".
In quel periodo affianca Don Giovanni Salvetti per il rilancio del Centro Giovanile del paese.
Nel 1965 con Giovanni Mondini – il mitico "Maestrino"- fonda la "Baracca di Fanetto", giornaletto locale che rappresenta un precoce tentativo di dare uno sbocco all'incipiente protagonismo giovanile della cosiddetta Beat Generation. Poco più che ventenne, entra nel direttivo provinciale della Federazione Autonoma dei lavoratori bancari; in seguito, aderendo ad una scissione in seno a quel sindacato, contribuirà a portare per la prima volta una rappresentanza della Cgil nel chiuso mondo impiegatizio valligiano ed una presenza organizzata dei Sindacati confederali, sino ad allora assai invisi, negli istituti di credito della Valle. Coinvolto nel movimento di contestazione giovanile e delle lotte operaie, a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta, si avvicina ai movimenti politici di sinistra, per poi aderire al PCI dopo la Strage di Piazza Loggia di Brescia avvenuta il 28 maggio 1974. In quel partito pratica per molti anni una militanza di base, intesa come impegno civile, rifiutando sempre ogni coinvolgimento in incarichi partitici od istituzionali.
Il suo impegno intellettuale si manifesta principalmente nella scrittura, dove mostra una particolare inclinazione. Numerosi sono i suoi interventi apparsi su organi locali su tematiche culturali e politiche. Forte il suo interesse per la ricerca storica ed etnografica, incentrata in particolare verso il 'sapere', le tradizioni e l'esperienza storica dei ceti popolari della comunità valliva. Numerose sono state in proposito le sue ricerche e pubblicazioni.
Un suo scritto, rievocativo della figura di Ernesto Andreoli, ha ricevuto un riconoscimento ed una menzione speciale al Premio Internazionale di Giornalismo della Montagna di Montecampione. Proponente e convinto sostenitore della struttura regionale della malgamuseo 'Silter' di Gianico, quale prezioso scrigno di identità, mostra un particolare interesse verso le tematiche ambientali legate all'esperienza storica del territorio. Per questa dimostrata propensione a non disgiungere il valore culturale della memoria popolare dai necessari processi di modernizzazione in atto, nonostante la consolidata ritrosia alle cariche, ha accettato di buon grado la nomina a Presidente onorario dell' Associazione Amici Bala Creèla, l'antico e caratteristico gioco collettivo di strada della Valle Camonica, un vero giacimento culturale immateriale, oggi quasi dappertutto abbandonato e perciò esposto a forte rischio di estinzione.